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Fallen

  • Voto:
  • (1/5)
  • Età consigliata: da 14 a 18 anni
  • Editore: Rizzoli
  • Genere: Fantasy | Romantico

Descrizione

Era da tempo che desideravo leggere questo libro. Tante volte sono stata tentata di prenderlo in biblioteca, ma – per un motivo o per l'altro, e quasi sempre perché il volume in questione era in prestito – sono passati degli anni prima che io potessi effettivamente consultarlo. 

Nel frattempo la curiosità cresceva e così, quando finalmente mi è capitato tra le mani, non ho esitato ad addentrarmi nella lettura con entusiasmo e interesse. Non avevo pregiudizi di sorta né aspettative che potessero essere disattese, eppure Fallen si è rivelato per me un'autentica delusione. Inauguro dunque le recensioni negative di Spulcialibri, e scelgo di farlo proprio con questo celebre best seller.

Trama

Lucinda Price, diciassette anni, capelli neri e occhi castani: è lei l'eroina della nostra avventura, un'adolescente americana come tante che in questo libro d'esordio ci viene presentata all'alba di una nuova vita, nata dalle ceneri di una terribile tragedia. Apprendiamo infatti che durante l'estate la ragazza ha assistito alla morte di un suo compagno di classe, rimasto ucciso in un misterioso incendio a cui lei è invece scampata. Un decesso inspiegabile, del quale Luce si ritrova a essere l'unica testimone e, a parere del giudice, la sola responsabile dell'accaduto.

Dati i suoi precedenti – cure a base di psicofarmaci e sedute psichiatriche per delle fantomatiche "ombre" che sostiene di vedere sin dall'infanzia – la giovane viene mandata in una sorta di riformatorio, l'istituto correzionale "Sword & Cross"; una scuola grigia, desolata e cadente, frequentata da allievi tutt'altro che ordinari: ciascuno presenta un disturbo legato a problematiche di criminalità, disobbedienza e insanità mentale, che il corpo insegnante si sforza di tenere a bada a suon di telecamere nascoste. La nostra protagonista non ci mette molto ad ambientarsi e ben presto si ritrova preda di due sentimenti contrastanti: da una parte l'attrazione per Cam Briel, un avvenente coetaneo che sembra aver perso la testa per lei, e dall'altra la fatale passione per Daniel Grigori, un ragazzo tanto sexy e affascinante quanto enigmatico e scontroso.

Tra omicidi, ombre non meglio identificate, angeli e identità svelate, Lucinda s'innamora perdutamente di Daniel e si ritrova invischiata in una storia che, non tarderemo a scoprire, si ripete sempre uguale da secoli, frutto di un'intricata unione tra anime dannate e di una maledizione forse impossibile da spezzare...

Autrice

Lauren Kate è una scrittrice statunitense, nota in tutto il mondo per la saga di Fallen. Madre di due figli, si è laureata in scrittura creativa all'Università di Atlanta, in Georgia. Le sue opere sono state tradotte in più di trenta lingue.

Giudizio

Nota: prima di essere insultata da orde di fan inferociti, ci tengo a specificare che in questa recensione farò riferimento unicamente a Fallen, il primo libro di una saga che conta altri quattro capitoli che io non ho letto. Quindi non ho idea di come prosegua la storia complessiva né se i volumi successivi siano così appassionanti e coinvolgenti da riscattare l'intera opera e cancellare la banalità del numero uno.

Non sarò buona con questo libro: non mi è piaciuto granché, e scoprire che è considerato uno dei maggiori successi mondiali nel panorama del genere young adult mi ha lasciato sbalordita.

Basta dare un'occhiata alla data di pubblicazione (2009) per rendersi conto che il romanzo in questione è un epigono di Twilight (la fortunata serie di Stephenie Meyer, edita da Fazi, pubblicata a partire dal 2005). Gli ingredienti del predecessore vampiresco ci sono tutti: l'eroina che si trasferisce in una nuova scuola, con problemi di adattamento al seguito; la stessa fanciulla che s'innamora del ragazzo più intrigante, affascinante e sensuale dell'istituto (e che, guarda un po', casualmente la ricambia. Come se nella vita reale fosse così semplice!); il rapporto conflittuale di attrazione/repulsione che s'instaura tra i due protagonisti; la scoperta che il nostro beniamino non solo nasconde un'identità segreta ma è pure una creatura paranormale; la consapevolezza che una storia d'amore tra la coppia non è assolutamente da auspicare, perché pericolosa per entrambi (addirittura mortale per la lei della situazione, in tutti e due i casi); infine, la lotta degli innamorati contro qualsiasi ostacolo per far trionfare la loro unione.

Niente di nuovo, ci verrebbe da dire, con un angelo al posto del vampiro e poche variazioni di contorno (in Fallen i protagonisti si conoscono da sempre, anche se Lucinda non ne ha ricordo). Potremmo anche chiudere un occhio e goderci ugualmente la lettura, sospirando a ogni battito di ciglia dell'incantevole, perfetto, tenebroso Daniel, non fosse che il romanzo lascia un po' l'amaro in bocca.

I dialoghi, superficiali e inconsistenti, sembrano tratti dal copione di un telefilm per adolescenti: frasi fatte, prevedibilità e monotonia caratterizzano lo scambio verbale tra i personaggi, che a loro volta sono stereotipati, scialbi, cloni di protagonisti già visti e già letti in altre avventure.

La trama è oscura in più punti, a tratti vaga e approssimativa, ma voglio sperare che questo sia da imputare a una precisa scelta narrativa in funzione dei libri successivi. Inoltre, nelle scene d'azione spesso ho faticato a capire cosa stesse succedendo e a immaginare visivamente sia i personaggi sia il loro operato per via delle descrizioni confuse che limitano il piacere di una lettura esaustiva e scorrevole. Tante le domande che restano in sospeso, per esempio non ho capito come combattono gli angeli tra loro o perché Daniel non se n'è andato dall'altra parte del mondo quando ha incontrato Luce alla "Sword & Cross" (visto che il suo intento era di proteggerla) o, ancora, come mai ci fosse una simile, massiccia concentrazione di angeli in un singolo istituto correzionale americano...

Discutibile anche la moralità della storia, che vede una protagonista – del tutto priva di carattere, che si lascia trasportare dagli eventi in modo passivo – talmente presa a correre dietro ai ragazzi da trascurare persino la morte di una delle sue più care amiche e di un compagno di scuola. Il lutto e, in generale, i problemi psicologici e sociali non sono mai approfonditi e vengono affrontati con mancanza di tatto e di analisi introspettiva; sembra quasi che i personaggi si lascino scivolare addosso i drammi di cui sono spettatori, troppo concentrati su altre frivolezze per curarsene.

Chiudo con una provocazione: quale genere di insegnamento/riflessione vuole proporre questo tipo di letteratura (se così possiamo chiamarla) al suo giovane pubblico? Le case editrici italiane e straniere si rendono conto dei danni che tali prodotti, osannati da migliaia di ragazzini e consacrati a fenomeni, possono causare in generazioni di lettori in età di formazione? Inculcare alle adolescenti l'idea che bisogna comunque correre dietro a un ragazzo che le tratta male senza un motivo o che il lutto sia una questione psicologica di poco conto è improponibile. Tutte abbiamo sognato e sogniamo d'incontrare un fidanzato come Daniel, fisicamente attraente, romantico fino all'inverosimile, eroico in tutto ciò che fa, disposto a morire per noi, e che contraccambia i nostri sentimenti; sono la prima che ama perdersi in fantasie del genere, ma da un romanzo che vende milioni di copie pretendo molto, molto di più, qualcosa di nuovo, di intellettualmente stimolante e di avvincente. Chi acquista questo libro favorisce il propagarsi di un genere di letteratura vuota, banale e diseducativa che mira soltanto a creare mode del momento, presto estinte, senza trasmettere valori reali e incentivare l'arricchimento personale in una cornice di sana, sincera evasione. 

Bocciato!

Rimando alla pagina di Wikipedia per chi volesse avere maggiori informazioni sulla saga e sull'ordine di lettura dei volumi.

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