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Storia di uno schiaccianoci

  • Voto:
  • (5/5)
  • Età consigliata: da 9 a 13 anni
  • Editore: Interlinea
  • Genere: Classici

Premessa

Mi sono innamorata di questo libro nel primo istante in cui l’ho preso tra le mani. E quando scrivo “mani”, intendo nel senso letterale del termine, poiché il volumetto in questione è una perla rara: confezionato alla perfezione, impreziosito con le illustrazioni originali, ottimamente rilegato, è caratterizzato da una carta morbida e piacevolissima da toccare e da una cura redazionale che si spinge fin nei minimi particolari. In confronto alle edizioni di scarso pregio che troviamo abitualmente sui banconi delle librerie, con rilegature che si sfaldano nel giro di un mese, pagine che si scollano o si staccano, stampate su un’infima cartaccia e costellate di refusi, questo libro denota grandi cura e professionalità, oltre che una sentita passione nel realizzarlo.

Ma non è solo questione di valore “materiale”; mi sono innamorata di questa favola perché mi è bastato uno sguardo al titolo e alla copertina per sentire un brivido alla schiena – quel richiamo, fortuito e misterioso, che solo certi libri suscitano in noi, e sono di solito gli stessi che in qualche modo incontrano davvero il nostro gusto, che si accordano perfettamente alla nostra anima e che istintivamente, a pelle, ci ispirano qualcosa d’indescrivibile. Ecco, appena ho sfiorato con le dita Storia di uno schiaccianoci ho provato un’intensa emozione, ho capito che l’avrei amato e che sarebbe andato dritto sulla mensola dei miei libri preferiti. Insomma, mi ha fatto innumerevoli, tacite promesse prima ancora che lo avessi aperto e le ha mantenute tutte, senza eccezioni.

Trama

Vigilia di Natale: siamo nella casa dei Silberhaus, famiglia benestante di Norimberga, e i piccoli Fritz e Marie aspettano con crescente trepidazione l’avvento di Gesù Bambino, desiderosi di scoprire se le loro richieste, in fatto di regali, sono state esaudite.

Tra impeccabili squadroni di soldatini, bambole dagli abiti raffinati e indomabili cavalli a rotelle, i due fratelli non possono certamente lamentarsi; se poi aggiungiamo alla lista dei doni anche le incredibili creazioni meccaniche del padrino Drosselmayer, chi avrebbe il coraggio di non essere felice e soddisfatto?

Eppure, nella moltitudine di meravigliosi giocattoli ricevuti, lo sguardo dolce e sognatore della giovane Marie si posa su quello più modesto, dismesso e trascurato di tutti: un curioso, melanconico e gentile omino con un mantello di legno, un amabile e nostalgico schiaccianoci, lasciato in disparte.

Un oggetto che apparentemente non denota alcun significato in particolare ma che colpisce la bambina tanto intimamente da renderlo presto il suo favorito; e non a caso, visto che nasconde una storia straordinaria e magica, in cui a farla da padrona sono il temibile re dei topi, la principessa Pirlipate, la noce Krakatuk e il fiabesco regno delle bambole, oltre che lo stesso, enigmatico padrino Drosselmayer...

Autore

Alexandre Dumas (padre) (1802 –1870), celebre e conosciutissimo scrittore francese, noto in tutto il mondo per Il conte di Montecristo e la trilogia dei moschettieri. Ha scritto questa favola ispirandosi al racconto di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, Schiaccianoci e il re dei topi.

Illustratore

Charles Albert d'Arnoux (1820 – 1882), detto Bertall, uno dei maggiori illustratori del secolo XIX. Le illustrazioni presenti in questa edizione sono quelle originali della favola di Dumas.

Giudizio

Storia di uno schiaccianoci è davvero una favola di Natale: una di quelle storie incantevoli che si leggono al calduccio sotto le coperte, durante le lunghe sere invernali, con accanto una tazza fumante di cioccolata calda e fuori dalla finestra lo spettacolo rassicurante della neve che cade.

L’ambientazione ha un che di Canto di Natale di Charles Dickens e de Il sarto di Gloucester di Beatrix Potter, con il suo calore familiare, l’atmosfera intrisa di magia, la costante sensazione che nulla è come appare e che tutto può accadere, da un momento all’altro; già, perché davvero ogni cosa può capitare, nella Norimberga descritta da Dumas: siamo nel regno dei bambini, dopotutto, e attraverso gli occhi di Marie non ci stupiamo né troviamo inappropriato che le bambole prendano vita, che le persone siano dotate di arti smontabili, scomponibili, e che si possa staccare e riattaccare loro la testa senza troppe preoccupazioni; che Schiaccianoci si riveli, in realtà, un brillante giovanotto, che gli animali parlino e che ci siano incantesimi così terribili e oscuri da essere in grado di cambiare per sempre le sorti delle nostre esistenze.

Come in Peter Pan di James Matthew Barrie, questo volume è un elogio all’infanzia; e l’infanzia è ovunque, permea ogni pagina, dando anima e caratterizzazione ai personaggi: prima fra tutti Marie stessa, che rappresenta il modo più autentico, innocente e dolce che hanno i bambini di guardare il mondo, l’altruismo e la bontà sconfinati propri di chi dona se stesso senza chiedere nulla in cambio (in un contesto in cui tutti sono egoisti e avidi, Marie è l’unica che rinuncia a tutti i suoi possedimenti materiali pur di salvare Schiaccianoci – sacrifica i suoi dolci per darli al re dei topi e non esiterebbe un istante a fare lo stesso con i libri illustrati e i giocattoli); ma anche il sovrano, padre della principessa Pirlipate, ha molte sfaccettature tipiche della giovane età: è capriccioso e vendicativo, ama il buon cibo al punto di divenire irragionevole e alterna esplosioni di gioia a una rabbia dirompente.

Il filo conduttore della storia, a mio avviso, è la costante contrapposizione tra tutto ciò che è meccanico e scientifico e quanto è frutto dell’immaginazione e dell’impossibile; Drosselmayer riconduce ogni cosa alla fisica, e ha un controllo assoluto sui suoi congegni a ingranaggi, mentre i bambini prediligono i giocattoli non automatizzati, che possono utilizzare liberamente e senza vincoli scatenando così la loro immaginazione. La lotta tra spontaneità/fantasia e prevedibilità/monotonia fa un po’ da fil rouge all’intero racconto e viene riproposta in formule diverse. Le stesse figure che dovrebbero apparire autorevoli e indiscutibilmente razionali hanno, in realtà, una connotazione molto più magica e divinatoria (basti pensare all’astronomo/astrologo – il nome ambiguo sottolinea l’ambivalenza del suo ruolo – che spesse volte legge il cielo da un punto di vista astronomico e spesse altre lo fa affidandosi a costellazioni e oroscopi).

Da sottolineare, infine, l’interessante costruzione narrativa: trattasi di una storia dentro una storia, ripetuta per un totale di tre volte (la storia globale rappresentata dalla nostra copia del libro, in cui lo scrittore Dumas ci descrive la sua partecipazione a una festa; la favola narrata da Dumas durante questo evento, che ci porta nel mondo di Marie; all’interno della narrazione, la storia illustrata da Drosselmayer a Marie, che spiega le origini di Schiaccianoci).

Da notare come vengano riproposti temi cari alla tradizione orale delle fiabe tedesche (come la presenza dei topi, che rimanda immediatamente alla leggenda de Il Pifferaio di Hamelin). Anche in questo caso il racconto non disdegna di spaventare e creare inquietudine nei suoi piccoli lettori, compito che tutte le storie per ragazzi degne di questo nome dovrebbero, a parer mio, assolvere (impossibile non citare la scena in cui la principessa Pirlipate viene rosicchiata, in volto, da Rattona!)

Un piccolo capolavoro che rientra senza dubbio tra i classici della letteratura per l'infanzia e che chiunque dovrebbe leggere, almeno una volta nella vita.

Consigliatissimo!

Particolarità e consigli d'uso

  • Ideale come regalo di Natale per i vostri bambini o nipoti, dono apprezzatissimo anche dagli adulti.
  • Immancabile nello scaffale della libreria di casa.
  • A scuola, ottimo come lettura da affidare alla classe durante le vacanze natalizie.
  • Si presta a rappresentazioni teatrali e di danza (il coreografo Marius Petipa s’ispirò a questa storia per l’omonimo balletto, musicato da Čajkovskij).
  • Indicato per sviluppare temi e riflessioni sul Natale, sul rapporto tra il mondo meccanico/materiale e l'immaginazione, per approfondire il discorso dei difetti fisici e per porsi interrogativi sul ruolo dei giocattoli e dell'importanza che riveste la fantasia nella fase ludico-ricreativa.

Se avete gradito questa lettura vi consiglio Canto di Natale di Charles Dickens e Il sarto di Gloucester di Beatrix Potter.

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