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Peter Pan

  • Voto:
  • (5/5)
  • Età consigliata: da 10 a 18 anni
  • Editore: Arnoldo Mondadori Editore
  • Genere: Avventura | Classici

Avvertenza

Esistono svariate edizioni di Peter Pan. In questa recensione parlerò dell'edizione Oscar Classici Mondadori che possiedo, quindi faccio riferimento a un libro in formato economico e non illustrato.

Descrizione

Peter Pan è forse IL libro per bambini, quello a cui chiunque pensa quando si fa riferimento a questo genere di letteratura. La figura di Peter, ormai del tutto assimilata dalla cultura popolare, ricorre nella nostra tradizione orale e scritta e spazia dalla psicologia - non per niente si parla di sindrome di Peter Pan quando qualcuno si rifiuta ostinatamente di crescere - al cinema, dalle canzoni al carnevale per poi passare ai cartoni e al teatro. Tutti conoscono Peter Pan, sanno chi è e quali sono state le sue gesta, merito soprattutto del cartone della Disney. Leggere il libro è un'esperienza divertente e appassionante per i bambini, commovente e nostalgica per gli adulti, che consiglio di cuore a chiunque nella sua infanzia abbia visto Peter alla finestra, almeno una volta.

Trama

I Darling sono una famiglia londinese tranquilla ma molto, molto particolare: non passano di certo inosservati davanti ai vicini, a maggior ragione dopo che hanno scelto per bambinaia Nana, niente di meno che un gigantesco cane terrannova! Una baby sitter insolita per tre bimbi piuttosto ordinari: Wendy, la maggiore, giudiziosa e sognatrice, Gianni, con il suo cappello e il coraggio di un leone, Michele, il più piccolo e il più tenero di tutti. II loro genitori li amano molto, anche se Agenore, il padre affettuoso e insicuro, spesso appare burbero e orgoglioso; la splendida signora Darling, invece, è talmente deliziosa e amorevole che nessuno potrebbe volerle male... Nessuno, tranne Peter Pan.

Peter è un bambino che non vede di buon occhio le madri: lui stesso è fuggito dalla sua molto tempo addietro e adesso abita all'Isolachenoncè, dove vive avventure meravigliose in compagnia di personaggi e creature altrettanto fantastiche, senza dover mai crescere. Proprio in questo luogo incantevole Peter conduce Wendy, Gianni e Michele: una sera in cui i Darling sono usciti per una festa e Nana è incatenata nel cortile, Peter s'infila nella stanza dei bambini passando per la finestra, con l'obiettivo di recuperare la sua ombra che aveva perduto qualche notte prima. Mentre cerca di incollarsela alle scarpe utilizzando il sapone, con ben poco successo, interviene Wendy e dopo uno scambio di battute Peter decide di portarla con sé sull'Isola. Inutile dire che Gianni e Michele li seguono senza esitare. Ma come fare per arrivare in un posto così lontano, incastonato in un punto indefinito tra i sogni e l'immaginazione? Bisogna volare, naturalmente, e per volare ci vuole la polvere di fata e Trilly, l'accompagnatrice di Peter, fa proprio al caso loro.

Una volta giunti sull'Isolachenoncè i nostri eroi fanno amicizia con i Bambini Sperduti, bimbi che si sono rifugiati da Peter per evitare di affrontare la vita adulta, e qui Wendy viene nominata ufficialmente la loro mamma. Ci sono mille cose stupende da fare, nell'Isola: le Sirene da ammirare alla Laguna, i Pellerossa che si aggirano strisciando e ululando, belve e uccelli di ogni tipo da inseguire e tanto, tanto altro ancora... Ma tra gli anfratti delle scogliere e il verde della foresta si annidano anche i nemici! I terribili pirati, capitanati da Uncino, sono sulle tracce di Peter e dei suoi compagni. Il loro obiettivo è di farla pagare al per sempre bambino per aver reciso la mano di Uncino, dandola in pasto al terrificante Coccodrillo... Riuscirà Peter a farla franca? E soprattutto, Wendy, Gianni e Michele resteranno per sempre sull'Isola, dimenticandosi dei loro genitori, oppure un giorno decideranno di tornare a casa? Se sì, lì ci sarà ancora qualcuno ad aspettarli?

Autore

James Matthew Barrie nacque in Scozia nel 1860. La sua vita fu segnata dalla morte traumatica di uno dei fratelli, David, a soli quattordici anni, e dal conseguente rapporto che James instaurò con la madre nel tentativo di consolarla per la perdita subita. Dopo essersi laureato, Barrie intraprende la carriera di giornalista e di scrittore, dedicandosi in particolare al teatro. Il romanzo Peter e Wendy è del 1911, dopo una citazione del personaggio in un'opera del 1902 e la rappresentazione teatrale del 1904. Sicuramente alla nascita del bambino eterno hanno influito le vicissitudini legate all'amicizia con la vedova Sylvia Llewelyn-Davies e all'adozione dei suoi cinque bambini. Dopo aver ricevuto importanti riconoscimenti quale la nomina a Sir, l'Ordine di Merito e prestigiose cariche accademiche, Barrie muore nel 1937. Per approfondirne la vita, la carriera e la storia come autore consiglio caldamente i siti dedicati: www.jmbarrie.co.uk/ - www.jmbarrie.net/ - www.sirjmbarrie.com/

Giudizio

Cercare di esprimere un giudizio su Peter Pan non è semplice, per via delle svariate, numerose influenze che il protagonista ha avuto sia sulla letteratura che sulla cultura popolare. Il personaggio di Peter racchiude in sé una serie di significati e di interpretazioni possibili, che vanno certamente dall'eterna giovinezza al rifiuto delle responsabilità, della crescita e dell'autorità genitoriale, dall'elogio della fantasia e del gioco alla concretizzazione del sogno e dell'immaginazione (che ci fa volare davvero, grazie alla polvere di fata, e attraverso cui possiamo raggiungere luoghi ideali, segreti e che abbiamo sempre e solo conosciuto nei nostri desideri, come fosse un ponte, un collegamento tra il mondo reale e quello onirico, proprio dell'infanzia); Peter Pan è anche l'incarnazione del caos, di ciò che non è né bene né male ma si muove in una dimensione di propria, personale morale, simile a un folletto del Piccolo Popolo irlandese (anche per come è vestito e per il fatto che sia circondato da creature altrettanto mitiche e leggendarie, quali le fate e le sirene); egli si dimentica di ciò che fa, vive in un eterno presente, è immune al trascorrere del tempo e dei secoli, non serba ricordo dei suoi affetti e può sostituirli facilmente, senza rimorsi o dispiaceri, pur che i suoi scopi siano sempre realizzati (Wendy, alla fine del libro, viene scambiata con la piccola Jane, a sua volta bypassata dalla figlioletta Margaret, un certo numero di anni dopo. Quasi che per il fanciullo dell'Isolachenoncè una valesse l'altra, senza che a lui interessi la loro singolarità, il loro essere uniche e irripetibili ma solo il ruolo che vanno a rivestire all'interno della sua personale "società" di Bimbi Smarriti). In sintesi, Peter rappresenta anche sentimenti negativi quali l'egoismo e la superbia, l'irresponsabilità e l'incostanza.

C'è da dire che non è neppure molto chiaro se il rapporto che lui ha con le donne sia di celati amore e adorazione o di mera misoginia: da una parte infatti vi è l'indubbio fascino ch'egli esercita sul gentil sesso, la sua consapevolezza di potersene servire, seppur senza malizia, e dall'altra un odio dichiarato verso tutte le "madri", di cui però Peter non può fare a meno, visto che a ogni primavera ha bisogno di assoldarne almeno una. (Per quanto questo aspetto sia ampiamente criticabile, bisogna comunque tenere presente il momento storico in cui il volume è stato scritto; il fatto che Wendy sia destinata a svolgere mansioni di mamma-casalinga e lo faccia con piacere è chiaro esempio del sessismo dell'epoca).

Il giovane Pan è dunque anche contraddizione, e se mettiamo in ordine tutti gli aggettivi finora elencati otterremo pregi (spensieratezza, coraggio, ingenuità, fantasia, giocosità, vivacità) e difetti (egoismo, superbia, incostanza, irresponsabilità) tipici di una sola condizione: l'infanzia. Peter Pan è senza ombra di dubbio l'incarnazione umana dell'infanzia, del bambino che siamo stati e che ancora vive dentro di noi, portato all'eccesso, all'estremo, all'esasperazione. E tuttavia egli parla il linguaggio dei più piccoli, da loro si fa ammirare e seguire come un leader carismatico, pronto a condurli in luoghi selvaggi e avventurosi, ad affrontare nemici spaventosi e spietati, nelle regioni di sconfinata bellezza in cui regnano leggende, sogni e immaginazione, fantasia e desiderio. L'isolachenoncè, il posto che tutti conosciamo quando siamo bambini e in cui possiamo rifugiarci spontaneamente finché non diventiamo adulti, ha le sue regole ben precise e, diversamente da certe ambientazioni Disneyane sempre smielate e felici, presenta luci e ombre, chiarezza e oscurità: sull'Isola si può venire uccisi e allo stesso modo si diventa assassini; a una certa ora è bene non girare da soli e, quando calano le tenebre e le bestie feroci si scatenano in tutta la loro possenza selvaggia, uscire diventa veramente pericoloso. La maggior parte delle creature che vi abitano sono crudeli o dispettose (Trilly, le Sirene, il Coccodrillo, per non parlare dei Pirati, personaggi caratterizzati in modo da rappresentare la fauna adulta in tutte le sue varianti e declinazioni, dagli ubriaconi ai fissati con le buone maniere, pur sempre un po' fanciulli).

Niente, in Peter Pan, è solo bene o solo male. I personaggi fanno scelte decisive per loro stessi e per gli altri, non esiste il grigio ma solo il nero o il bianco (o resti bambino o cresci, o scegli di rimanere o te ne vai, o uccidi o vieni ucciso). Il fatto che Wendy, infine, scelga di diventare grande e di tornare a casa sancisce una spaccatura irreparabile tra lei e tutto ciò che rappresenta Peter; una spaccatura commovente in cui tutti ci immedesimiamo, e leggendola ci rendiamo conto che forse non abbiamo mai avuto scelta, che siamo cresciuti senza accorgercene e che se anche Peter ci aveva condotti all'Isolachenoncè offrendoci la possibilità di rimanervi per sempre, probabilmente adesso siamo grandi perché abbiamo rifiutato e neanche ce lo ricordiamo. Una storia meravigliosa, senza tempo, senza età, che si legge in qualsiasi stagione della vita e che sempre si presta a nuove interpretazioni, soggettive e personali. Un capolavoro della letteratura per l'infanzia che rappresenta l'infanzia stessa e che consiglio a chiunque, bambini e genitori, per celebrare la giovinezza di chi ha ancora tutto da scoprire e per rivivere un tempo che forse non è mai stato troppo lontano.

Peter Pan è un libro esistenziale, profondo e incantevole, determinante e indispensabile. Leggetelo ai più piccoli e insegnate loro che finché possono devono necessariamente volare.

Consigliatissimo!

Particolarità e consigli d'uso

  • Libro da regalare per qualsiasi occasione e da custodire con cura nella propria libreria. 
  • Indicato come lettura da leggere in classe o da assegnare durante le vacanze, in particolare ai ragazzi delle medie.
  • Buon punto di partenza per temi legati all'infanzia, alla crescita, alla responsabilità, ma anche all'adozione, alle figure materne e paterne, agli abbandoni, nonché al ruolo della donna nella società, ai luoghi utopici dei sogni, della fantasia e dei desideri. 
  • Si presta per rappresentazioni per la grandissima teatralità del soggetto e dei personaggi.

Se vi è piaciuto questo libro vi suggerisco di leggere Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry (clic sul titolo per leggere la mia recensione).

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